Tecarterapia

Tecarterapia

La tecarterapia (Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo) è una tecnica che stimola energia dall’interno dei tessuti biologici, attivando i naturali processi riparativi e antiinfiammatori. Ogni patologia osteo-articolare e dei tessuti molli rallenta e modifica i processi biologici che stanno alla base della riparazione del danno subito. L’idea di trasferire energia ai tessuti infortunati è comune a molte terapie, ma tutte somministrano energia proveniente dall’esterno.

La tecarterapia richiama invece le cariche elettriche da tutto il corpo, sfruttando il modello del condensatore, cioè due conduttori affacciati e separati da un isolante. Se si collegano i due conduttori a un generatore elettrico di differenza di potenziale, sui conduttori si accumuleranno cariche elettriche che si opporranno alla corrente fino a ridurla a zero quando il sistema è carico. Nella tecarterapia un elettrodo è collegato a un generatore (con frequenza di 0,5 Mhz) mentre il secondo conduttore è rappresentato dal tessuto biologico.

Nella zona sotto terapia si avrà un flusso di cariche con attivazione metabolica ed un effetto termico endogeno (cioè che nasce dall’interno). Se l’elettrodo mobile non è elettricamente isolato, la concentrazione di cariche avviene nei tessuti a più alta resistenza (osso e articolazioni) che fungono quindi da isolanti. Gli effetti della tecarterapia sono un aumento dell’attività metabolica e quindi una velocizzazione della riparazione, un aumento della circolazione ematica e del drenaggio linfatico. Questo a causa della vasodilatazione da calore (e quindi una migliore ossigenazione dei tessuti e il riassorbimento degli edemi). Il vantaggio della tecarterapia rispetto ad altre terapie energetiche è che, poiché l’energia proviene dall’interno, è possibile interessare anche strati profondi, non trattabili con trasferimenti esterni di energia per

i danni alla cute causati dalle energie emesse. Qual’ è l’efficacia? Gli studi e le testimonianze di atleti ne parlano veramente bene, soprattutto per lesioni muscolari acute e traumi distorsivi. Da un’analisi di ricerche universitarie sembra si possa affermare che i tempi di recupero sono all’incirca dimezzati.